Buffa racconta Ali: da Louisville a Miami
It’s So Miami
Le immagini più belle del viaggio di Federico Buffa e della troupe di Sky Sport a Miami, la città in cui Muhammad Ali si consacra come campione sportivo e in cui matura le scelte religiose e politiche che lo renderanno immortale insieme ai successi sul ring. Negli anni Sessanta, Miami non era la destinazione turistica che è diventata col tempo. Era una città in fase di sviluppo, una città del Sud diversa dal resto del Sud, una città fondamentale per la crescita culturale ed emotiva dell’intera comunità afroamericana degli Stati Uniti.

La palestra dove boxava Muhammad Ali. Inaugurata nel 1950 da Chris Dundee, fratello di Angelo Dundee che diventerà i l’allenatore e il mentore di Ali. È un luogo mitologico per il pugilato americano e mondiale. Ma non solo. Proprio per il fatto di essere la “tana” di Ali, la palestra è stata frequentata da molte personalità del mondo della politica e dello spettacolo, da Malcolm X a Frank Sinatra, passando per i Beatles che proprio lì furono immortalati con Muhammad Ali in alcuni scatti fotografici che hanno fatto la storia della fotografia. La palestra ha traslocato più volte, senza perdere il suo fascino e il suo ruolo centrale.

È probabilmente il luogo più importante (con il ring di Kinshasa dove andò in scena l’incontro con George Foreman del 1974) della carriera sportiva di Muhammad Ali. Qui, quando ancora era conosciuto da tutti come Cassius Clay, incrociò i guantoni con Sonny Liston. Era il 25 febbraio del 1964. Liston era campione del mondo in carica dei pesi Massimi. Ali lo mise al tappeto all’inizio della settima ripresa. Vincendo questo incontro Clay diventò campione del mondo e successivamente annunciò di essere diventato musulmano e di aver cambiato nome.

È un hotel-motel storico per la città di Miami e soprattutto per la sua comunità afroamericana. Qui Muhammad Ali alloggiò spesso dopo il suo arrivo a Miami e qui festeggiò con Malcolm X la vittoria del titolo mondiale conquistato il 25 febbraio 1964 contro Sonny Liston. All’interno del complesso c’è uno dei Jazz Club più importanti di Miami, specie nell’era della segregazione, ovvero fino agli anni Sessanta, quando i leader della comunità afroamericana (Malcolm X così come Martin Luther King) lo frequentavano sia per svago, sia per riunioni dei loro movimenti. Oggi il complesso è stato restaurato ed è stato indicato luogo di rilevanza storica.

Entrambi erano (oggi non esistono più) due hotel storici della comunità afroamericana di Miami. Al Mary Elizabeth Hotel, Muhammad Ali alloggiò non appena arrivato in città. Ma non erano soltanto due alberghi, erano dei veri centri culturali frequentati per lavoro o anche solo per svago dai più importanti artisti della comunità nera. Erano soliti esibirsi qui Cab Calloway, Redd Foxx, Nat “King” Cole, Josephine Baker, Aretha Franklin, Billie Holiday, ed Ella Fitzgerald.

Dopo i primi tempi passati nelle stanze di albergo, nel 1963 si trasferì qui. Era una casa modesta, immersa nel quartiere residenziale di Allapattah. Con la casa di Louisville condivide per una strana coincidenza il colore rosa dell’esterno. Ali non ci abitò per molti anni e l’abitazione non è diventata, come per la sua casa natale, un luogo interesse storico e nazionale. È rimasta lì, cambiando proprietario nel corso dei decenni e oggi per chi vuole ripercorrere le tappe della vita di Ali passando per la Florida è un punto di passaggio quasi obbligatorio.

La MacArthur Causeway è una strada a sei corsie, una soprelevata che collega Downtown Miami a South Beach, ovvero a Miami Beach. È dedicata alla memoria del generale Douglas MacArthur, capo delle forze armate americane impegnate sul fronte orientale della seconda guerra mondiale. Era una strada frequentatissima dal boxeur. E proprio su su questa strada, Muhammad Ali fu fermato dalla polizia che sospettava stesse fuggendo dalla scena di un crimine.

È probabilmente la più importante e interessante libreria di Miami Beach, nonché tra le più frequentate della città. Oltre a essere un negozio, è anche un luogo di ritrovo per gli appassionati di letteratura e non solo della città. Specializzata in volumi d’arte, design, moda e architettura, ha un’ampia selezione di volumi sportivi, anche da collezione, molti dei quali dedicati a Muhammad Ali. Alcuni di questi sono delle rarità, come i fumetti che la Dc Comics ha deciso di pubblicare usando Ali come coprotagonista con gli eroi del fumetto americani, a cominciare da Superman.

Wynwood è l’art district di Miami. Qui insistono oltre 70 gallerie d'arte, negozi di antiquariato, bar, nonché una delle più grandi street-art destination al mondo. Molti infatti l’hanno soprannominata “Street art museum”. Tutto si deve all’idea, nata nel corso degli ultimi anni, di far rinascere questa zona, partendo dalla sua base architettonica, ovvero dai magazzini e dalle aree industriali che insistevano zona. Le strutture abbandonate e fatiscenti sono state recuperate e trasformate in spazi d'arte, gallerie, ristoranti, caffè, e altre strutture creative.

All’interno dell’area di Wynwood campeggia un murale che ha come protagonista Muhammad Ali. È uno dei simboli dell’intero art district, un omaggio a “the Greatest” e alla sua vita a Miami. Ma non è l’unica presenza di Ali in zona. In altre zone di Wynwood altri murales lo ricordano attraverso le sue frasi celebri, in un rapporto tra lui e la città di Miami che pare indissolubile.

È una delle moschee frequentate da Ali sia prima della conversione, sia (soprattutto) dopo. Al suo arrivo a Miami, Sam Saxon, consigliere spirituale dei musulmani neri, gli indicò la Moschea n° 29 per ascoltare i sermoni di Elijah Muhammad. Ali ne fu affascinato. Il leader della Nation of Islam diventerà il suo mentore spirituale conducendo Ali alla conversione
